Pregi e difetti dell’ecografia articolare e muscolo-tendinea
Pregi e difetti dell’ecografia articolare e muscolo-tendinea
Quando è ragionevole ricorrere all’ecografia articolare e muscolo-tendinea? In quali casi è opportuno ricorrere a questa tecnica? L’American College of Rheumatology (Acr) ha voluto dare il suo contributo per rispondere a queste domande.
«L’ecografia articolare e muscolo-tendinea (Msus) è stata adottata da molti reumatologi clinici, ricercatori in campo reumatologico e altri specialisti che trattano i pazienti reumatologici negli Stati Uniti e soprattutto in Europa. La sua ampia diffusione è stata indotta dall’utilità percepita per la diagnosi e per il controllo delle malattie reumatiche e muscoloscheletriche, oltre che dalle claims riguardo al miglioramento della diagnosi clinica e dei risultati» scrivono gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Arthritis Care & Research.
In considerazione di questa crescente popolarità, l’Acr ha voluto fornire alcune raccomandazioni sulla “ragionevolezza” del ricorso alla Msus. Occorrono però due premesse: prima di tutto, bisogna precisare che l’esame è stato sempre considerato dall’Acr come aggiuntivo e complementare rispetto ai consueti esami reumatologici. Di conseguenza la società scientifica non consiglia mai di effettuare un test Msus quando si è già in possesso di una diagnosi con buone basi. Inoltre, il panel dell’Acr non ha preso in considerazione il costo dell’esame Msus, perciò le raccomandazioni sono da considerarsi “generose”.
Dopo il consueto processo di analisi della letteratura disponibile e consultazioni del comitato di esperti, l’American College of Rheumatology ha formulato 14 raccomandazioni. Tra le prime tre raccomandazioni, si trova quella per pazienti con dolore articolare, gonfiore o sintomi meccanici, senza una diagnosi definitiva basata sull’esame clinico: in questi casi è considerata ragionevole l’effettuazione dell’esame Msus per le articolazioni gleno-omerale, acromioclavicolare, sternoclavicolare, gomito, polso, metacarpofalangea, interfalangea, di anca, ginocchio, caviglia, mesopiede e metatarsofalangea. Ma non per l’articolazione temporomandibolare e la costocondrale. Un esame Msus delle stesse articolazioni è stato considerato ragionevole per un paziente con mono o oligoartralgia, per valutare l’artrite infiammatoria o l’entesi.
Anche per un paziente con una diagnosi di artrite infiammatoria e nuovi sintomi è ragionevole effettuare un esame Msus, per gli stessi siti ed entesi. Seguono altre 11 raccomandazioni.
Preoccupazioni per l’uso del Msus sono emerse per la valutazione della arterite a cellule giganti, per l’alto rischio di non riuscire a diagnosticare la malattia. La metodica Msus non è consigliata neanche per altre condizioni, tra cui la capsulite della spalla, la fascite eosinofila, la miosite.
In generale, il panel di esperti ha condiviso un’approvazione del metodo come ragionevole, ma non obbligatorio, nella pratica clinica, grazie alla sua tecnologia intrinsecamente sicura. Comunque il Msus ha alcune limitazioni tecniche e può portare a classificazione errata. In ogni caso non è stato considerato il costo dell’esame, che è un elemento importante delle valutazioni mediche.